Soccorso Alpino e Speleologico
XI delegazione – Stazione di Verona
Il Soccorso Alpino è un’organizzazione complessa e strutturata. È composta da Servizi Regionali, poi in delegazioni e infine da Stazioni, quest’ultime sono sottostrutture capillari sul territorio finalizzate a garantire interventi in tempi più rapidi possibili.
Tra i compiti istituzionali previsti da leggi nazionali, riassumendo in breve, ci sono: intervenire in missioni di soccorso in ambiente montano o ostile per il recupero di infortunati, collaborazione per le maxi-emergenze e attività di prevenzione.
Molto spesso nei vari comunicati o interviste ci viene chiesto di esprimerci in merito a comportamenti utili ed efficaci per evitare gli infortuni, incidenti o comunque per evitare di attivare la macchina dei soccorsi e giocare quindi di prevenzione. In realtà una soluzione magica non esiste e non c’è realmente.
L’unica strada percorribile e da prendere con decisione è quella di attivare, curare e perseguire una “Cultura della montagna”. Sensibilizzare quindi al giusto e corretto approccio per qualsiasi attività che si svolge in contesto montano.
Questa “cultura” può essere attivata in vari contesti e a più livelli: politico, imprenditoriale, scolastico, associativo ecc.…
Guardando ai numeri, che dipingono sempre la realtà in modo abbastanza chiaro, emerge che solo una bassissima percentuale di utenti soccorsi appartiene o è iscritta al CAI. Questo significa che, dove la cura per l’approccio alla montagna, è più seguita, le possibilità di attivare i soccorsi diminuisce.
Le sezioni del CAI dimostrano quindi di fare un gran lavoro in tal direzione e ci danno quindi una mano a non lavorare. Parlare dunque di prevenzione agli associati è sicuramente una condivisione di visione e di responsabilità; tuttavia, vorrei utilizzare questo spazio per cambiare prospettiva e raccontarvi in poche righe anche la vita di un soccorritore all’interno della stazione.
Per entrare a far parte del Corpo viene chiesto di fare un anno di affiancamento utile per la conoscenza reciproca tra la squadra e l’aspirante. Alla fine di tale anno ci sono le selezioni su roccia e neve in ambiente per accedere all’anno di formazione che permette di prendere la qualifica utile poi per fare gli interventi di soccorso organizzato.
La vita all’interno della squadra però non ruota attorno ai soli addestramenti e interventi è ben più complessa e impegnativa. Come previsto da convenzione con la sanità regionale la squadra è chiamata a garantire una reperibilità h24/365 per gli interventi.
Il Soccorso Alpino, inoltre, negli anni viene chiamato ad agire anche in situazioni e contesti molto differenti da quelli montani. Siamo infatti stati attivati per varie emergenze di Protezione Civile per calamità naturali ed eventi atmosferici particolari: da tetti scoperchiati, a forti nevicate, dalla “pulizia ponti per il comune di Verona” all’assistenza per le linee elettriche cadute causa forti nevicate, a drammatici eventi come i terremoti. Questo a testimonianza del fatto che le competenze che poi si sviluppano all’interno della squadra vengono appunto riconosciute in un sistema ben più ampio che è quello della Protezione Civile Nazionale o comunque da organi di Stato.
Negli ultimi anni poi il nostro connubio col 118 si è rinforzato ulteriormente mettendo a disposizione della centrale un tecnico, TCO, per i periodi dell’anno a più alta probabilità di intervento, tenendo conto poi che ogni giorno presta servizio sull’elicottero del Suem 118 un tecnico di elisoccorso. Dall’assistenza a gare in montagna alle serate di prevenzione poi si snocciolano tuti gli altri appuntamenti a cui la squadra partecipa e sostiene. Tutto questo elenco di attività sono un onere ma anche un onore, tuttavia non vorrei che quanto descritto venisse fotografato come un’autocelebrazione bensì come una condivisione di valori. Ne cito solo alcuni: la volontà di dedicare del tempo per gli altri, la passione verso un ambiente a noi tutti caro: la Montagna, in tutte le sue declinazioni.
Ho pensato di rivolgere queste righe ai lettori e associati del CAI perché, condividendo appunto questi principi, un giorno magari si possa innescare quel meccanismo virtuoso di contaminazione tale per cui il CAI stesso possa diventare un bacino di nuove leve e tecnici per il Soccorso Alpino, nel mentre noi continueremo con passione ad addestrarci per portare il nostro aiuto a chi è in difficoltà.
Elenco volontari
Albertini Maurizio
Bellomi Dimitri
Bortignon Gianluca
Brunelli Toni
Cavallini Nicola
Corradini Andrea
Corsini Claudio
Dilauro Cristian
Esposito Mario
Federti Damiano
Furioni Umberto
Galdiolo Andrea
Lupi Lorenzo
Mampreso Amedeo
Manfreda Lorenzo
Marchesini Tommaso
Morandi Roberto
Morini Enrico
Pastorello Cristiano
Pazzaglia Caterina
Rabezzana Andrea
Roggero Gabriele
Sforni Matteo
Tamburini Luca
Tenca Alessandro
Turrini Igor
Valentini Filippo
Vianini Matteo
Vignola Marco
Vignola Nicola
Zoccatelli Giacomo