#ViviilBaldo
Terzo appuntamento con l’iniziativa #viviilbaldo la montagna dei veronesi
Il Monte Baldo è il rilievo montuoso più occidentale delle prealpi venete, uno dei massicci meglio delimitati a livello
alpino, tra il lago di garda ad ovest e la val Lagarina ad est.
Il toponimo Monte Baldo ha origini incerte, la più attendibile è la derivazione dall’aggettivo italiano “baldo”, di origine
celtica, che significa ardito, slanciato per il suo isolamento geografico e l’architettura ardita delle strutture geologiche.
Gli oltre 2100 m di dislivello tra la zona basale e le vette più alte del Monte Baldo consentono di passare dalla fascia
termofila submediterranea delle sponde gardesane e dell’imbocco della Valle dell’Adige, fino alle creste sommitali dal
clima tipicamente alpino. La presenza contemporanea di tutte queste fasce vegetazionali è una prerogativa che
pochissimi altri rilievi alpini possono vantare (da “Flora illustrata del Monte Baldo”).
Il Monte Baldo è particolarmente noto ai naturalisti grazie alla sua ricchezza di flora, fauna, ambienti e specie, al punto
da essere stato definito Hortus Europae, ospita oltre il 40% della flora alpina e 3 specie endemiche.
“Monte, che, non altrimenti che un bellissimo giardino, nel quale da varie e diverse parti da’ coltivatori siano molte e
rarissime piante trasportate, è da natura fecondissimo…” così Francesco Calzolari dopo il suo viaggio esplorativo nel
1554 con lo scienziato bolognese Aldrovandi lo esaltava nel Viaggio di Monte Baldo… monte fecondissimo!
PRIMO GIORNO:
Lasciata l’auto nei pressi della seggiovia di Pra Alpesina (m 1430) risaliano il pendio fino a raggiungere Tratto Spino (m
1752) stazione di monte della funivia di Malcesine, da qui inizia la nostra traversata delle creste del Monte Baldo. Per
un sentiero (651) in leggera salita, all’inizio attraverso i prati, si raggiungono la prima cima delle Pozzette (m 2132) e
poco dopo si passa sotto la cima del Longino (m 2179) proseguiamo ancora verso sud e attraversando macchie di
mughi, creste scoperte dall’erosione, eminenze rocciose, in un continuo saliscendi a volte faticoso ma sempre
affascinante e poco prima della forcella Valdritta prendiamo la deviazione per l’omonima cima, il sentiero ci conduce
sulla più alta cima del Baldo, al confine tra le province di Trento e Verona. Sulla cima (m 2218) sono ancora ben visibili
le grotte scavate nella roccia, tracce indelebili della Prima guerra mondiale. Il panorama è inebriante, senza confini, sono facilmente riconoscibili l’Adamello, il Caré Alto, la Presanella, il Cevedale e il Gruppo del Brenta. Nei giorni limpidi
si possono scorgere più a sud-ovest anche il Monte Rosa, il Monte Bianco e qualche volta l’inconfondibile sagoma del
Monviso.
Ritornati sul sentiero di cresta, divenuto ormai una comoda mulattiera, anch’essa realizzata dai militari durante la Prima
guerra mondiale, proseguiamo in leggera discesa in direzione sud costeggiando Cima Pettorina (m 2192) e iniziamo a
risalire verso l’ultima cima Punta Telegrafo o Monte Maggiore (m. 2200). Il sentiero si mantiene sempre sul lato orientale
delle creste, “sorvolando” i caratteristici canaloni del versante orientale del Monte Baldo che terminano nei prati della
conca da Cavallo di Novezza a Novezzina (m 1300), ma non si può di tanto in tanto affacciarsi sugli impressionanti
circhi glaciali del versante gardesano.
Dalla cima scendiamo finalmente alla casa degli alpinisti veronesi, il rifugio Barana al Telegrafo (m 2147), a respirare il
calore e l’accoglienza di un rifugio di alta montagna con la più bella e panoramica terrazza sul lago di Garda.
Cena e pernottamento.
SECONDO GIORNO:
Dopo la colazione ripartiamo dal rifugio Telegrafo risalendo brevemente il sentiero del giorno prima fino al bivio con il
sentiero del Marocco (652), scendiamo tra mughi, rocce e prati fino a poco oltre Cavallo di Novezza, “di qui pur
ascendendo si entra in grandissime pradarie grasse dotate di fontane bellissime dove gran copia di greggi e d’armenti
pascono dal Maggio fin al Settembre” (Francesco Calzolari) e in breve raggiungiamo il sentiero (80) che percorre il Giro
delle Malghe, lo imbocchiamo e andiamo alla scoperta delle malghe baldensi: Malga Acquenere (m 1382), Malga
Artiloncino (m 1437), Malga Artilone (m 1538), Malga Trembari (m 1387), Malga Dossioli (m 1432) ed infine ritorniamo
al parcheggio di Pra Alpesina (m 1430), dopo una lunga “cavalcata” di due giorni sulla nostra montagna.