Cicloescursionistica: “Dalle Colline Moreniche ai Laghi di Mantova”
domenica 14 maggio
Questo percorso a cavallo tra Veneto e Lombardia, oltre a scorci naturalistici suggestivi sul fiume Mincio, assoluto protagonista, e sull’omonimo parco divenuto riserva naturale protetta, offre la possibilità di ammirare piccoli paesi e borghi dal fascino antico, dove si potranno ammirare fortificazioni, palazzi, chiese e altre attrazioni culturali e storiche.
PERCORSO:
Partendo da Valeggio sul Mincio (Parcheggio in via Giovanni Falcone) attraversiamo rapidamente il centro abitato per imboccare la ciclabile del Mincio in prossimità di Borghetto sul Mincio sotto la Rocca Viscontea e percorrerla in direzione Nord-Sud. Questa pista ciclabile bidirezionale fa parte della più ampia Ciclopista del Sole EV7 che collega Capo Nord con Malta ed è tra le più belle di tutto il Nord Italia. Essa è stata interamente asfaltata e completata nel 2006 e ripercorre la linea di uno dei lati del quadrilatero fortificato dagli Austriaci utilizzato a difesa del territorio lombardo-veneto tra il 1815 e il 1866. Costeggiamo il Mincio alla nostra destra, lasciando la regione del Veneto con le sue colline moreniche per dirigerci verso le valli in terra lombarda fino al paese di Pozzolo (7.5 Km). Qui il fiume continua la sua corsa verso il fiume Po a ovest mentre la ciclabile prosegue in direzione est fiancheggiando il canale idrico che parte da questo luogo (canale scaricatore Pozzolo-Maglio). Lasciando Pozzolo la pista quindi si allontana dagli argini del fiume e si prosegue lungo il canale che con vari salti e piccole centrali idroelettriche realizzate nel suo corso attraverso la campagna mantovana. Passiamo il paese di Marengo (14 Km) per poi superare la provinciale con l’ausilio del sottopasso e raggiungere il paese di Soave (21 Km). Siamo ora all’interno del Parco del Mincio, area protetta che interessa proprio la valle del fiume dal Lago di Garda fino alla sua confluenza nel Po, che è divenuta Riserva Naturale di importanza internazionale per la presenza di numerose specie ornitiche protette. Ci troviamo infatti in un “corridoio ecologico” attraversato da numerosi di uccelli di interesse comunitario, in particolare gli aironi coloniali, i rapaci diurni, falchi di palude e pellegrini, i nibbi bruni e le anatre, che hanno scelto un habitat denso di specie vegetali e floristiche di interesse conservazionistico, tra cui Vallisneria, Millefoglio d’acqua, lamineti di Ninfea bianca, Nannufero e Castagna d’acqua, Ibisco e Iris palustri, praterie di Carice, Genziana di palude e ampie isole galleggianti di Fior di Loto. In questo tratto di pianura si trovano inoltre due aree verdi di grande importanza storica e ambientale: il Parco delle Bertone, bosco-giardino dei mille alberi che ospita al suo interno il Centro di Reintroduzione della Cicogna bianca, e la Riserva Naturale Orientata di Bosco Fontana, che rappresenta uno degli ultimi esempi rimasti in Italia della foresta planiziale padana originaria. Proseguendo verso sud ci lasciamo alle spalle i campi coltivati per addentrarci via via in aree più urbanizzate fino a fare il nostro ingresso nella città di Mantova (31 Km) attraverso il Ponte dei Mulini. Proprio in questo punto il fiume Mincio si allarga a formare un sistema di tre bacini lacustri chiamati Lago di Mantova Superiore, Lago di Mantova di Mezzo e Lago di Mantova Inferiore, i quali avvolgono la città a semicerchio. I dati geologici e paleo ambientali indicano che durante l’antica età del Bronzo (ca. 1800 a.C.), lungo il fiume Mincio (a valle dell’attuale città di Mantova) si sviluppò un lago di origine naturale mentre i tre laghi sopra descritti hanno assunto la forma attuale in seguito a uno sbarramento artificiale realizzato sul fiume Mincio nel XII secolo, quando il Comune diede incarico all’ingegner Alberto Pitentino di usare il fiume Mincio a scopo difensivo, deviando il fiume e ricavarne così, tutto intorno alla città, un sistema di laghi contigui che avrebbero reso Mantova un’isola, inaccessibile ai nemici e virtualmente sicura. Nella città di Mantova sarà prevista una sosta per ammirare una delle più importanti città della Lombardia, capoluogo dell’omonima provincia e vero e proprio gioiello in materia di città d’arte e turistiche. Il suo centro storico, ben curato e riservato ai pedoni è stato dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO per la presenza di numerosi edifici rinascimentali degni di nota che raggiunsero il massimo splendore sotto il dominio della famiglia dei Gonzaga. Da Mantova costeggiando sulla destra il lago superiore raggiungiamo la frazione di Grazie di Curatone (40 Km), borgo annoverato tra i più belli d’Italia e visitato nei secoli da condottieri, imperatori e papi. Esso è anche famoso per la folta presenza di fiori di loto, che non potremo tuttavia vedere nel pieno della fioritura. Ci dirigiamo quindi verso il Santuario delle Grazie, chiesa di stile gotico lombardo, le cui origini risalgono ai primi anni del XIII secolo, dedicato alla Beata Vergine Maria. La basilica sorge su un ampio piazzale che si affaccia sulle acque palustri del Mincio creando un’atmosfera suggestiva per i numerosi visitatori e fedeli devoti alla Madonna. Proprio nel parco retrostante la basilica potremo distenderci e consumare il pranzo al sacco, con la possibilità di consumare alimenti e bevande presso uno dei numerosi chioschi attrezzati. Proseguiamo quindi verso nord su ciclabili e stradine prive di traffico proseguendo in un percorso ad anello in direzione di Rivalta sul Mincio (45 km), piccolo paese di un certo fascino perché indissolubilmente legato al fiume Mincio nei secoli. Le case più vecchie, le prime viuzze, la chiesa, sono tutte lì, vicino al Mincio, a quel fiume da cui gli abitanti traevano sostentamento: tra le attività più praticate c’erano la pesca e la raccolta della canna palustre e della carice, prodotti molto usati e richiesti fino a non molto tempo fa; inoltre il trasporto fluviale veniva utilizzato fino al dopoguerra, quando ancora si trasportava ghiaia e sabbia a Mantova, su chiatte trainate da rimorchiatori. Oggi, la palude che si estende da Rivalta fin quasi a Mantova, per circa otto chilometri, occupa un migliaio di ettari e contribuisce anch’essa alla riserva naturale delle Valli del Mincio. Continuando a pedalare sulla ciclabile verso nord raggiungiamo Goito (55 Km), località conosciuta ai più per l’omonima battaglia, episodio della prima guerra d’indipendenza italiana, quando l’esercito austriaco di Josef Radetzky nella data del 30 maggio 1848 attaccò il 1º Corpo d’armata dell’esercito piemontese di Carlo Alberto schierato a protezione del ponte sul Mincio presso questa località, nel Lombardo-Veneto austriaco. Arriviamo poi a reimmetterci sulla ciclabile del Mincio nel comune di Volta Mantovana nei pressi del bicigrill “il Chiosco dei Mulini” per poi infine fare rientro a Borghetto sul Mincio, dove ci aspetta l’unica breve salita prima del rientro a Valeggio. PRANZO AL SACCO.
Accompagnatori:
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GIOVANNI BERTOSSI, cell. 333 393 2177
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CARLOTTA TOSADORI, cell. 340 320 8678